lunedì 13 settembre 2010

Work in progress - Anni 70 - dalla 1a serie "Affetti" - (in costruzione - under construction)



dalla 1a serie "Affetti"
Operazione Mnemonica Passiva:
"M.A.N.– Maschinenfabrik Augsburg - Nurnberg A. G. Werk Munchen", 1975/76
N. 2 Immagini di riproduzione fotografica B/N  su carta su supporto extrarigido
cm. 38x55



Remake in progress (1975/76 - 1999)
"M.A.N.– Maschinenfabrik Augsburg - Nurnberg A. G. Werk Munchen", 1975/76-99
N. 2 immagini a colori su plexiglas sagomato,
cm. 40x99, edizione di 3 + n. 1 p.d.a.

Mio padre fu fatto prigioniero dai tedeschi, durante la 2^ guerra mondiale, subito dopo la resa da parte dell’Italia. Fu trasferito in Germania, in un campo di concentramento nei pressi di Munchen. Ritornò in Italia, nel 1945, raggiungendo il paese con mezzi di fortuna, ma camminando soprattutto a piedi, per congiungersi a tutta la famiglia, a mio nonno (suo padre), mia madre e ai miei fratelli, sopravvissuti ai bombardamenti americani, tranne Michelino, il secondo, che morì per una forte bronchite, nel 1944, all’età di 5 anni.
Mi raccontava mia madre, che mio padre arrivò a casa con i piedi che sanguinavano da tutte le parti e con una lunga barba incolta, che non riuscì quasi a riconoscerlo.

Quindici anni dopo, durante il periodo del boom economico, negli anni 60, ci fu un esodo dall’intero sud. Anche Campagna, la mia città, ebbe una sua grande fetta di emigrazione. Intere famiglie si recarono definitivamente al nord del paese, in Lombardia, stabilendosi soprattutto a Lissone. Molti capi famiglia invece emigrarono in Germania, Svizzera, Belgio, Francia, Inghilterra, e altri negli Stati Uniti, Australia, ecc. Mio padre non fu da meno, e guarda caso il destino (forse fu un suo desiderio di viaggio, di evasione oltre che di bisogno), si recò a Munchen, dove già erano presenti alcuni suoi conterranei, addirittura dello stesso quartiere di Zappino, che avevano trovato lavoro in una fabbrica dal nome teutonico “Maschinenfabrik Augsburg…”. Come cartellino di riconoscimento, l’ho sempre visto molto eloquente. Immagino come potesse essere l’altro, e cioè quello ai tempi in cui era stato deportato…

Così dopo esserci stato come prigioniero e “traditore”, ci ritornò come emigrante, forse per rivedere quegli stessi luoghi, dove aveva penato e pregato in quelle lunghe e interminabili giornate grigie e gelide, e dove le speranze si aggrappavano solo al forte istinto di conservazione, a quel desiderio di vivere per rivedere la propria famiglia, come tanti altri italiani fatti prigionieri traditi dall’Italia fascista e monarchica dei savoiardi, e alla comprensione di qualcuno  tra gli ufficiali  tedeschi, padre di famiglia, anch’essi traditi dalla Germania nazista e dalla follia di Hitler, sconfitti dalla Resistenza, dai russi, dagli alleati, dal nuovo corso della  storia.

18 - aprile - 2006

Operazione Mnemonica Passiva:
"La Pagella" (1), 1975/76
N. 4 immagini di riproduzione fotografica B/N - 30x40 cm. cadauna, su carta su supporto cartaceo extrarigido 70x100 cm., nella edizione di 1/3

Remake in progress (1975/76 - 1999)
"La Pagella" (1)
n. 2 immagini B/N su supporto variabile
cm.70x100, edizione di 1/3 + p.d.a.


Tale opera esposta al Palazzo della Permanente di Milano nel 1976, in occasione della mostra: "500 artisti per le fabbriche in lotta", molto pubblicizzata dagli organi di stampa specializzata, ma sopratutto da Flash Art, ha rappresentato il mio debutto milanese. 


Mi trovavo già da due anni a Milano. In questa collettiva e in questo mio lavoro riposi molte delle mie speranze per iniziare un rapporto con la città meneghina. Avevo 29 anni. Non avevo ancora girato i film in S/8 come "Il Sciumare” e “il Maiale”, "la Bambola" e altri, di cui alcuni di forte interesse anche antropologico, avevo solo realizzato in 8 mm. “Quando l’immagine non ti è chiara” e un film in 16 mm. B/N “Trebiano”, con Federico Bruno, proiettato al Cine Club di Brera (oggi introvabile). Ero scappato dal sud, nell’assenza delle istituzioni, da quel sud dove ero nato e sedi dei miei studi ma stereotipato: da Salerno; Napoli; Roma, ritenendole città turisticamente belle ma “non aperte” nei rapporti di lavoro, anche se nei comportamenti più in generali erano molto socializzanti. Ero giovane e cercavo un modo per confrontarmi, per non avere delusioni, per dibattere, nel campo artistico, e cercare di farmi considerare, ovviamente. Non ci sono riuscito in quegli anni. Forse il mio lavoro non era ritenuto “commerciabile”, era di difficile comprensione, con la sola presenza dei privati. Chissà? Eppure, gli amici artisti, grafici, poeti, intellettuali ed anche gente sconosciuta, con la passione dell’arte, che frequentavano l'ambiente artistico, tra la "Trattoria il 46" di Corso Garibaldi e il "Bar di Oreste" in Piazza Mirabello, nel quartiere di Brera, lo trovavano nuovo, originale, interessante, ironico...tenero, divertente, provocatorio. Si dialogava, si dibatteva, in questi posti, ci si divertiva e ci si incoraggiava a vicenda. Non capisco perché, in quella mostra non capitò a nessuno dei galleristi o dei critici milanesi, che indubbiamente la visitarono, di avvicinarsi a questo tipo di lavoro, anche per curiosità, essendo uno dei tanti giovani, nato non per scelta in un'Italia partitocratica e provinciale, sempre nell’assenza delle istituzioni, non solo al sud, ma (a quanto pare) anche al nord, che aspettava almeno di essere incoraggiato, vista l'abbondanza delle “opportunità" (sic!) che la nostra Bella Italia delle Istituzioni Pubbliche ha sempre creato per i giovani artisti, soprattutto in quegli anni. 


Forse 500 artisti erano tanti. Ma forse "era solo colpa dei giovani" come me, il non aver saputo cercare e trovare...(queste opportunità?), sempre e comunque, nell’assenza delle istituzioni e di una legge, ai tempi, che li incentivasse questi "maledetti giovani", eternamente mortificati e raggirati...

21 - marzo - 2005

Operazione Mnemonica Passiva:
"La Lettera" (1), 1975/76
n.2 immagini di riproduzione fotografica B/N 58x45 cm. su carta su supporto cartaceo extrarigido, cm. 70x100

Remake in progress (1975/76 -1999)
n. 1 immagine a colori su supporto variabile
cm. 70x100 edizione di1/3 + p.d.a.


In quello stesso anno del 1976, partecipai anche ad un'altra mostra, dal titolo "Arte per i Diritti Civili", voluta dal Partito Radicale e organizzata questa volta alla Galleria del Milione (nella vecchia sede storica di Via Bigli, una traversa di Via Manzoni). Mi ricordo che fu propagandata soprattutto  dalla rivista  Flash Art.

Anche questa volta mi aspettavo un minimo di attenzione da parte di qualcuno. Macchè. Lasciai il lavoro esposto in modo dignitoso, quando lo portai in galleria e lo consegnai ad uno dei collaboratori dello Spazio.
Ritornai per l'inaugurazione e lo trovai, con stupore, appoggiato per terra vicino alla finestra. Al suo posto, vidi un lavoro, non ricordo bene se di Aldo Mondino o se di Ugo Nespolo. Di sicuro era uno di questi due artisti, già all'epoca molto conosciuti. Con molta calma e ingenuità, chiesi il perché ad uno dei responsabili (forse del partito radicale...una persona intorno ai 55/60 anni). Mi rispose rimproverandomi, dicendo le testuali parole: "Voi giovani volete sempre i posti migliori". Io gli risposi, “indignato”, sempre con educazione e rispetto, difendendo la categoria e me stesso: "Il fatto è che tale lavoro si trova, adesso, nel posto peggiore". Non disse più nulla. Andai via, con molta educazione, lasciando il lavoro per terra e il giorno dopo, quando ritornai per ritirarlo, era sempre lì.

Devo dire però, che quella sistemazione da "usa e getta" (non per citare il caso di Marcel Duchamp con la sua Fontana esposta a New York nel 1917) nella serata dell'inaugurazione, attirò l'attenzione di altri giovani artisti, che frequentavano Brera (bar di Oreste) e Corso Garibaldi (Trattoria 49), e che personalmente conoscevo solo di vista, infatti, ne parlavano come di un qualcosa di inusuale e originale. Mi ricordo che, prima della mostra, lo portai ad incorniciare nel negozio di cornici di Etta, l'ex moglie di Fernando De Filippi, in Via Palermo, e piacque molto, sia a lui che a lei, ma anche ad altri amici come Roberto Comini, Antonio Faggiano, Giovanni Rubino e altri. Fu in quell'ambito che conobbi Fernando e Roberto e indirettamente Antonio Trotta e Hidetoshi Nagasawa, amici sia dell’uno che dell’altro e poi Antonio Paradiso,  Pino Spagnulo, a parte i miei coetanei come Cosimo Di Leo Ricatto, Franco Tripodi, Rosanna Veronesi, Giovanna Dal Magro, Pino Deodato, Antonio Miano, Antonio Sormani, Italo Bressan, Tommaso Patti, Pino Bua e altri.

E' un piccolo aneddoto che mi è rimasto impresso, che volentieri racconto.

22 - marzo - 2005



"La cresima",  1975-76 - n.5 immagini di riproduzione fotografica B/N e colore, 70x100 cm.

"La colonia estiva", 1975-76 -  riproduzione fotografica B/N e colore, 70x100 cm. 

"Gelsomino & Angelo", 1975/76 - n.2 immagini di riproduzione fotografica B/N e colore, 60x80 cm.
"La prima comunione di Gustavo e i Missionari", 1975-76 - n.2 immagini di riproduzione
 fotografica B/N e colore, 70x95 cm.

"Gli zii d'America 1", 1975-76 - riproduzione fotografica colore, 65x367cm
"Gli zii d'America 2", 1975-76 -  n.2 immagini di riproduzione fotografica B/N e colore, 70x95 cm.

"Quaderno n.6 pgg. 1-8 "- work in progress- 1975-76 -Fotografia colore su tela Rembrandt - 68x50 cm.

"Album n.1", 1975-76 - n.10 immagini colore di riproduzione fotografica
"Quaderno n. 8-La collezione", 1975-76 - n.6 immagini di riproduzione fotografica B/N e colore


"Quaderno n. 2", 1975-76 - n. 6 immagini colore di riproduzione fotografica, 52x100 cm.

"I bagni al fiumare"-19-7- 1936", 1975-76 n.2 immagini di riproduzione fotografica B/N e colore
"San Michele in Montenero", 1975-76 - n.6 immagini di riproduzione fotografica B/N e colore

"La 1a comunione", 1975-76 - n.2 immagini di riproduzione fotografica B/N e colore, 70x95 cm.
 "Mio nonno anarchico, bettoliere, ciabattino e musicante" dalla serie affetti 1-
remake-work in progress", 1975-2009, 
riproduzione fotografica su tela rembrandt, 70x220 cm.
"GIAC- Cristo Regni-Sempre"- dalla serie affetti 1- remake- work in progress, 1975-2009 - r
iproduzione fotografica su tela rembrandt, 75x170 cm.
 "La manipolazione "igienica" del compagno Antonino"- dalla serie affetti 1- remake-
work in progress, 1975-2009 - riproduzione fotografica su tela rembrandt, 70x270 cm.
"Ritratti - Autoritratto - Da Riviello a Riviello " - dalla serie Remake - Work in progress "Affetti 1" (1975-76-77) -  2010 - Fotografia digitale, 180x70 cm.
"Foto Troncone-Napoli",  dalla serie remake-Work in progress - affetti 1 (1975-76-77) -  2010- n.2 immagini di riproduzione fotografica B/N e colore, 94x100 cm.




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